Doss Casina e luoghi della guerra dei Futuristi

Scheda tecnica

  • Luogo: Malga Zures (m.690) Doss Casina (m.980) Dosso Alto (m.703)
  • Dislivello: M.300
  • Segnaletica: Sentiero 601 - 601C - 601B
  • Difficoltà: T - E
  • Cartografia: Kompass 690 Alto Garda e Ledro, Riva del Garda, Malcesine 1:25.000

Descrizione

Dall’abitato di Nago si prende la strada del Monte Baldo (asfaltata) e si percorrono circa 10 km per giungere nei pressi di Malga Zures, dove si può parcheggiare in alcune strette piazzole.

1: M.ga Zures.

Si imbocca la stradina a sinistra, si superano le due case e subito ci si imbatte in un colle con cinque lapidi a ricordo degli irredentisti trentini caduti nella cruenta battaglia del 30 dicembre 1915 contro le truppe austro-ungariche, insieme ai Btg alpini “Verona” e “Val d’Adige” che cercarono di avanzare nella zona occupata dai Landschutzen. L’azione non riuscì e gli austriaci fino al 1918 tennero le posizioni rafforzandole con numerosissimi lavori che ancora oggi sono presenti nel sottobosco a destra e a sinistra della Malga. 

2: Sasso Sega – Dosso Alto – Caverna Rossi.

Si prosegue sul “sentiero della memoria” ottimamente segnato con colori giallo e blu. Si sale per 10-15 minuti fino a incontrare l’avamposto italiano di “Sasso Sega” (quota 840 m) con ruderi importanti e un graffito del “Battaglione Alpini Monviso” inciso su una pietra. Poco dopo si incrocia una stradina ripida che sale da Nago, si gira a sinistra (ben segnato) e si scende perdendo un centinaio di metri di quota. Dopo non più di 10 minuti si gira sulla destra: qui bisogna fare un po’di attenzione (c’è un albero con segno giallo-blu e, a terra, una pietra attorno alla quale è raggruppato qualche cimelio). In pochi minuti si raggiunge la sommità di Dosso Alto.

All’inizio della guerra gli austriaci avevano fortificato questa posizione che cadde però in mano italiana nei combattimenti del 30 dicembre 1915 (Malga Zures rimase invece sempre austriaca), ma fu ripreso dagli austriaci il 12 giugno 1918. Il 3 agosto con azione fulminea fu di nuovo in mano italiana, grazie anche all’impiego del XXIX° Reparto d’Assalto, oltre che dagli alpini. Il 19 agosto le truppe che presidiarono il caposaldo, vennero sostituite da un reparto di Cecoslovacchi e gli Austriaci – saputo ciò – attaccarono le loro posizioni il 21 settembre 1918: catturarono purtroppo vivi 5 Cechi che poi vennero impiccati ad Arco. A Dosso Alto vi è pure l’ex cimitero di guerra con alcune lapidi di alpini caduti nelle battaglie di M.ga Zures e Dosso Alto. E’ anche interessante visitare tutta la zona “Doss della Zoca”( sopra la Caverna Rossi), poiché è piena di caverne, resti di baracche, trincee e manufatti vari. Il terreno, segnato da esplosioni e scavi di trincee, testimonia ancora oggi la durezza dei combattimenti. 

3: Doss Casina.

Per proseguire l'escursione, si torna sui propri passi fino a giungere al bivio dove la segnaletica indica “Dosso Casina”. Dopo pochi minuti si incontrano i resti di un cimitero di guerra con lapidi e iscrizioni, alcune ancora ben leggibili. Il percorso continua piacevole in mezzo al bosco; ogni tanto qualche finestra tra gli alberi offre squarci sulla valle di Loppio e sul grazioso paesino di Castione, sulla destra. Lungo il cammino si incontrano numerose testimonianze della Grande Guerra: linee di trincea recentemente ripulite, le cucine di Sasso Sega e poi l’avamposto italiano a Dos de la Zoca (904 m) con numerosi resti di baracche e una galleria scavata nella roccia. Si sale ancora per un centinaio di metri di quota fino a incontrare un sentiero più largo che cala dolcemente sulla strada asfaltata proveniente da Nago e che immette sul segnavia SAT 601. Con una breve digressione a sinistra (5 minuti) si raggiunge la Baita degli Alpini di Torbole, poi si scende sul sentiero 601 e dopo poche decine di metri si svolta a sinistra (segni giallo-blu). Si visita la chiesetta, costruita dagli alpini che qui stanziavano nel 1916, e ripristinata dagli stessi alpini in congedo nel 1954, e poi Dosso Casina (segni giallo-blu che salgono dietro la chiesetta) con panorama grandioso sulla costa nord del Lago di Garda. I numerosi resti e i ruderi di costruzioni di vario tipo lo rendono un “museo a cielo aperto”. Tornati sul sentiero 601 si imbocca la direzione “Malga Zures”; si effettua una discesa piuttosto ripida fino a quando si incontra la strada asfaltata che sale da Nago: in pochi minuti si torna al luogo di partenza. 

FUTURISTI E CECOSLOVACCHI SUL MONTE BALDO 

All’entrata in guerra dell’Italia gli austriaci fissarono le loro posizioni su una linea di fronte arretrata e quindi difendibile con un minor numero di truppe, dato che il grosso dell'esercito era già impegnato sul fronte orientale. In questo settore gli austro-ungarici abbandonarono il Monte Altissimo di Nago e s’attestarono sulla linea Torbole-Malga Zures-Passo San Giovanni: in questo modo riuscirono a evitare che gli italiani si avvicinassero troppo alle opere fortificate della zona di Riva del Garda e del Monte Brione. 

Una presenza importante sul monte Baldo fu quella dei “futuristi”. Il movimento futurista, fondato nel 1909 da Filippo Tommaso Marinetti fu uno dei movimenti più forti per l’intervento in guerro e così, il 24 maggio 1915, molti futuristi si arruolarono come volontari, inquadrati nel “Battaglione Lombardo volontari ciclisti automobilisti”, composto da tre compagnie per complessivi 500 uomini. Nell’ottobre 1915 il Battaglione fu inviato sull'Altissimo e il 24 ottobre partecipò all’occupazione di Dosso Casina. Su una parete esterna della chiesetta di Dosso Alto una lapide ricorda i “primi eroi del Battaglione Lombardo volontari ciclisti caduti il 23 ottobre 1915 nell’estasi della prima vittoria”. L’occupazione di Dosso Alto, in particolare, divenne un obiettivo fondamentale per entrambi gli eserciti. Gli sforzi degli austriaci si moltiplicarono quando seppero che nell’esercito italiano si era costituita una divisione formata da disertori cecoslovacchi. Questo reparto era stato formato all’inizio del 1918 e venne impiegato per la prima volta sul fronte veneto durante la “battaglia del Solstizio”, dove registrò 62 morti, 101 feriti e 18 dispersi; tra questi 11 furono fatti prigionieri e giustiziati dagli austriaci in quanto “traditori di guerra”. Il 21 giugno 1918 la Divisione cecoslovacca venne assegnata alla I° Armata operante in Trentino, a presidio del settore del Monte Baldo e – come ricordato -  furono protagonisti della difesa del Dosso Alto nell’ultimo furioso attacco che gli austriaci portarono il 21 settembre 1918.  

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

- Tiziano Bertè, Arditi e Alpini sul Dosso Alto di Nago (1915-1918), Museo Storico italiano della Guerra, Rovereto, 2005.

- Mauro Zattera, Donato Riccadonna, Sentieri di confine: l’Alto Garda e Ledro nella Prima guerra mondiale, Associazione Riccardo Pinter; Museo Storico italiano della Guerra, Rovereto, 2008.

- Dario Bellini (a cura di), Con Boccioni a Dosso Casina. I testi e le immagini dei futuristi in battaglia, Nicolodi, Rovereto, 2006.

- Giovanni Fioroni, La Valle di Gresta e la Valle del Cameras nella prima guerra mondiale 1915-1918, Museo storico italiano della Guerra, Rovereto, 1988.

 

 


Relazione

La Società Storica per la Guerra Bianca, in occasione del Centenario dall 'entrata in guerra dell' Italia, ha tenuto l' assemblea annuale dei soci al castello di Rovereto, presso il Museo Storico Italiano della Guerra. Il giorno successivo ha organizzato un' interessantissima escursione, alla quale hanno partecipato soci e simpatizzanti, sui luoghi storici dell' Alto Garda, teatro degli scontri con le truppe austro-ungariche che videro tra i protagonisti il “Battaglione Lombardo volontari ciclisti automobilisti”, nel quale militarono famosi componenti del movimento futurista. Numerose e importanti le testimonianze storiche visitate, in un ambiente di forte suggestione, dove la natura sta ormai prendendo il sopravvento sui resti dei manufatti e delle opere belliche.